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Servizio civile obbligatorio o esercito del lavoro?

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Una delle principali criticità che riguardano il mercato del lavoro nel nostro paese è quella relativa alla persistente e vasta disoccupazione giovanile : si tratta di una problematica che ha anche complessi risvolti di carattere sociale, sia perché spesso i giovani disoccupati non sono impegnati nemmeno in attività di studio o formazione (i così detti “Neet”, ossia “ not (engaged) in education, employment or training ”) sia poiché l’età giovanile è cruciale nella vita di qualsiasi individuo per la determinazione del proprio percorso intellettuale, formativo e lavorativo. Le misure messe in campo per favorire l’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro sono molteplici, sia dal punto di vista delle specificità contrattuali (a iniziare dall’apprendistato) che dei meccanismi di transizione tra scuola e lavoro, fino ad arrivare a degli incentivi di carattere contributivo e/o fiscale e a specifici programmi , come il piano “Garanzia giovani” promosso dall’Unione Europea. Gli interventi...

Cancellare il Jobs Act. Per tornare al passato?

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Cancellare il Jobs Act, fare tabula rasa, ricominciare da capo: questi sono gli slogan che si sentono ripetere nelle ultime settimane nel dibattito politico, sulla stampa, tra i tanti presunti esperti della tematica del lavoro. L'incapacità del nostro sistema politico di dare continuità alle riforme strutturali è oramai endemica: mentre in altre paesi le stesse sono spesso caratterizzate da un processo di discussione e di elaborazione condiviso tra i principali soggetti politici e sociali, in Italia prevalgono le logiche di parte e le esigenze del dibattito politico contingente. Riforme costituzionali, leggi elettorali, riforme di carattere finanziario, riforme mercato del lavoro: da venticinque anni attraversiamo una fase di continui cambiamenti che incidono su quelli che dovrebbero essere i pilastri della stabilità politica, il perimetro entro il quale le diverse maggioranze politiche si muovono, condividendo le regole del gioco e operando secondo una logica di progressiva mod...

Carta dei diritti della CGIL, che fine hanno fatto i disoccupati?

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Nei giorni scorsi la segretaria generale della CGIL, Susanna Camusso, ha presentato la " Carta dei diritti universali del lavoro ", un articolato normativo costituito da 97 articoli i quali - nelle intenzioni della leader del maggior sindacato italiano - dovrebbero costituire una riscrittura completa dei principali aspetti che regolano il diritto del lavoro nel nostro paese. La Carta, sulla quale la CGIL inizierà una raccolta di firme per una proposta di legge di iniziativa popolare, è articolata in tre "titoli": il primo dedicato alla tematica dei "Diritti fondamentali, tutele e garanzie di tutte le lavoratrici e di tutti i lavoratori", il secondo alla "Disciplina attuativa degli articoli 39 e 46 della Costituzione" - in particolare con riferimento alla registrazione dei sindacati, alle rappresentanze unitarie sindacali, alla contrattazione collettiva e alla partecipazione dei lavoratori alle decisioni e ai risultati delle imprese - e il te...

Le politiche del lavoro tra il referendum e l'industria 4.0

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L'esito del referendum costituzionale dello scorso 4 dicembre ha avuto un impatto rilevante sul percorso di innovazione dei servizi e delle politiche del lavoro intrapreso con l'approvazione del Jobs Act. Uno dei principali elementi strategici del percorso riformatore intrapreso dal governo Renzi consisteva infatti nella ri-attribuzione allo Stato della competenza esclusiva in materia di politiche attive del lavoro, le quali - poiché il Titolo V della Costituzione è rimasto inalterato in seguito alla vittoria dei "no" - restano invece materia concorrente tra Stato e regioni. In particolare, la strada tracciata dal governo prevedeva il mantenimento dell'organizzazione amministrativa dei servizi per l'impiego in capo alle regioni (superando inoltre le competenze provinciali, visto che nelle intenzioni del governo sarebbero state abolite con il referendum), e una disciplina nazionale delle politiche attive, in modo da garantire standard uniformi in tutto il...

L'insegnamento che arriva dalle elezioni presidenziali americane

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Donald Trump sarà il 45° presidente degli Stati Uniti d'America. Questa è la scelta che hanno fatto gli elettori, al termine di una competizione elettorale senza esclusione di colpi, che ha visto prevalere, per la prima volta nella storia degli USA, un personaggio "estraneo" alle dinamiche del sistema politico, non pienamente accettato nemmeno dalla forza politica che lo ha candidato, il Partito Repubblicano.  Aldilà delle opinioni sul personaggio Trump e delle valutazioni di carattere politico, argomenti che non vengono trattati in questo blog, il risultato delle urne deve essere analizzato anche a partire da una prospettiva sociale,  ossia cercando di comprendere quali sono gli elementi di "trasformazione sociale" che hanno contribuito a determinare  tale esito.  Sia chiaro, il risultato  elettorale è figlio di una molteplicità di fattori, non solo di natura socio-economica, ma anche ideologico-politica: entrambe le tipologie possono poi avere un carattere d...