L'Intelligenza artificiale cambierà il nostro futuro? Allora insegnatela nelle scuole

 

L'Intelligenza Artificiale (AI) cambierà per sempre il destino del genere umano? Il raggiungimento della "singolarità tecnologica" - ossia del momento nel quale il livello di sviluppo dell'AI sarà tale da superare la capacità di comprensione e controllo degli esseri umani - è soltanto uno scenario avveniristico o può realizzarsi in un arco temporale breve? Sono queste, e altre, le domande che si ripetono frequentemente nel dibattito pubblico, relativamente alle quali recentemente le istituzioni nazionali e comunitarie hanno posto l'accento (anche attraverso la previsione di interventi regolatori), in particolare con riferimento alle possibili insidie derivanti dallo sviluppo dell'AI. Quali sono i rischi che si paventano? Principalmente pericoli per la privacy dei cittadini, per la tutela del diritto d'autore, per l'esistenza di numerose professioni, fino alla minaccia alla sicurezza delle infrastrutture e alla stabilità delle istituzioni democratiche. In un sistema sociale e produttivo nel quale le connessioni digitali sono divenute elementi imprescindibili delle attività industriali, nell'erogazione di servizi pubblici, nell'informazione, è necessario raggiungere tra i cittadini livelli adeguati di consapevolezza e conoscenza delle potenzialità positive e negative di tali strumenti.
L'arrivo dell'AI non è però un evento improvviso, né ha natura completamente nuova: è bensì il culmine della diffusione delle tecnologie digitali, che dura da oltre due decenni, mutando in profondità l'economia e le dinamiche sociali, scardinando le modalità attraverso le quali gli adolescenti si relazionano fra di loro e con la realtà che li circonda. È proprio l'impatto sui più giovani a preoccupare più frequentemente non solo i genitori, ma anche gli operatori dell'istruzione, gli psicologi, i rappresentanti delle istituzioni: è sempre più evidente come la mancanza di educazione e conoscenze sull'utilizzo degli strumenti digitali possa danneggiare i ragazzi e le ragazze. Al di là delle preoccupazioni condivisibili, resta però il grave ritardo nell'adeguare i percorsi educativi della scuola secondaria superiore alle esigenze sopra descritte: tranne alcune eccezioni, l'insegnamento dell'informatica è ancora limitato a percorsi scolastici specialistici, mentre dovrebbe essere una disciplina fondamentale di tutti gli istituti superiori. Non si tratta di formare tecnici specialistici - questo resterà un obiettivo di alcuni indirizzi tecnici -  ma di garantire a tutti gli studenti da un lato una educazione "civica" per il corretto utilizzo degli strumenti della comunicazione digitale, dall'altro la conoscenza dei fondamenti del funzionamento delle reti e dei linguaggi informatici. Insomma, se questa "Intelligenza Artificiale" è così insidiosa, è ora che la scuola prepari i nostri giovani.

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