Programma GOL: nuove risorse, vecchi strumenti


Il programma GOL (“Garanzia di Occupabilità dei Lavoratori”) costituisce una delle principali direttrici degli investimenti previsti dal PNRR in materia di politiche del lavoro. Nello specifico, il programma GOL prevede ingenti investimenti  - gestiti dalle regioni, in base a criteri definiti a livello nazionale - finalizzati al rafforzamento delle politiche attive del lavoro, rivolte precipuamente alle categorie di lavoratori maggiormente svantaggiate (disabili, under 30, over 55, donne, disoccupati di lunga durata).
Il programma prevede una targetizzazione dei lavoratori, in base alla quale avviene l'assegnazione ai percorsi di orientamento, aggiornamento e riqualificazione professionale; soggetti "erogatori" dei servizi sono principalmente i centri per l'impiego e le agenzie del lavoro.
Le risorse complessive (4,4 miliardi di euro) sono senza dubbio rilevanti, tuttavia la natura del programma e gli strumenti attuativi non sembrano adeguati a garantire un rilevante incremento dell'occupabilità della popolazione lavorativa non attiva, né nell'immediato, né - e soprattutto nei prossimi anni. Quali sono gli elementi di criticità? Innanzitutto il ruolo preponderante riservato ai centro per l'impiego, i quali al momento - con condizioni differenti nelle diverse regioni - non hanno le professionalità e l'approccio innovativo che occorrerebbe in questa fase. In secondo luogo, gli strumenti previsti sembrano più orientati ad una mappatura delle skills e delle condizioni di occupabilità dei lavoratori che all'effettivo rafforzamento delle competenze degli stessi. La logica in base alla quale verranno individuati i percorsi formativi sembra orientata ad una visione vetusta, quando invece appare urgente creare un circuito stabile e virtuoso di collaborazione con scuola e università: a tale proposito, saranno fondamentali le tempistiche e le modalità con le quali sarà implementata la riforma dell'orientamento prevista nel PNRR, che prevede la realizzazione di misure finalizzate a mettere in sinergia il sistema di istruzione, quello universitario e il mondo del lavoro.
In relazione a quest'ultimo aspetto, è necessario infine sottolineare la mancanza di un approccio tecnologico adeguato al ventunesimo secolo, che vada oltre la ventennale riproposizione dei classici sistemi informativi per il lavoro: già oggi, l'intelligenza artificiale potrebbe essere utilizzata per svolgere in modo efficace e veloce attività altrimenti delegate agli operatori dei CPI in materia di analisi delle competenze e di misurazione dell'occupabilità, consentendo altresì di rendere davvero operativi strumenti finora rimasti sulla carta, come il libretto formativo e il fascicolo elettronico del lavoratore. 

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