L'agenzia unica per le ispezioni proposta dal Ministro Poletti è davvero utile e realizzabile?
Il Ministro del lavoro Poletti ha annunciato la scorsa settimana l’intenzione di istituire una “agenzia unica” per le ispezioni, alla quale dovrebbero essere affidate le funzioni ispettive riferite a tutte le problematiche riguardanti le imprese dalle norme riguardanti la regolarità del lavoro a quelle relative alla salute e alla sicurezza nei luoghi di lavoro, fino alle verifiche di carattere fiscale – oggi in capo a differenti enti e strutture (Inps, Inail, Asl e Agenzia delle Entrate). Il provvedimento, che dovrebbe essere inserito nel disegno di legge delega sul Jobs Act all’esame della Commissione lavoro del Senato, è stato descritto dal Ministro come «una grande operazione di semplificazione, efficienza e risparmio», finalizzata a superare l’attuale condizione per la quale le imprese si trovano di fronte a ripetuti interventi di controllo provenienti da enti e strutture differenti. Aldilà delle modalità di realizzazione e di funzionamento di tale agenzia, e fermo restando la solidità delle esigenze da cui scaturisce tale proposta, la perplessità maggiore è se quella delineata sia realmente una soluzione fattibile ed efficace.

Probabilmente gli obiettivi che il ministro Poletti ha indicato si possono raggiungere più efficacemente attraverso l’integrazione “dal basso”, partendo dalle problematiche reali delle aziende e degli operatori, piuttosto che ipotizzando un’ennesima agenzia unica. Se si vuole costruire un edificio solido, anche nell’ambito ispettivo occorre partire dalla fondamenta e non dal tetto, e le fondamenta si chiamano certezza della norma e cooperazione applicativa.
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